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Voyeurismo

Immagine del redattore: Dott.ssa Camilla PersicoDott.ssa Camilla Persico

Aggiornamento: 29 gen

Il voyeurismo, noto anche come scopofilia o più raramente scoptofilia, è una forma di parafilia che si manifesta attraverso il desiderio o il piacere derivante dall'osservare altre persone mentre sono svestite, si stanno spogliando o sono coinvolte in attività sessuali.

In molti casi, l'atto di spiare si accompagna alla masturbazione.


Voyeurismo: di cosa si tratta, con la Psicologa Camilla Persico
Voyeurismo: di cosa si tratta, con la Psicologa Camilla Persico

Questa condizione, il cui termine deriva dal francese "voyeur", ovvero "colui che guarda", può presentarsi in vari modi, ma ciò che la contraddistingue è che i soggetti osservati non hanno consapevolezza di essere osservati e, nella maggior parte dei casi, non vi è alcun legame diretto tra chi guarda e chi è osservato.

Un aspetto interessante del voyeurismo è che talvolta viene esteso anche al piacere ricavato dal vedere situazioni che comportano la sofferenza o la sfortuna altrui, fenomeno noto come "Schadenfreude".



Quando si parla di disturbo ?

Nonostante tutto, non è corretto etichettare sempre il voyeurismo come una forma patologica di sessualità. Secondo gli esperti, diventa problematico solo quando rappresenta l'unico modo per raggiungere la soddisfazione sessuale o quando interferisce significativamente con la vita sociale e relazionale dell'individuo.

Questo comportamento può assumere una connotazione più negativa se riguarda soggetti non consenzienti, situazione che spesso porta a problemi legali e sociali.


Si parla di disturbo voyeuristico quando il soggetto vive una forte sofferenza psicologica o mostra difficoltà a svolgere le normali attività quotidiane a causa di pensieri o impulsi ossessivi legati all'osservazione. Tuttavia, la maggior parte delle persone che manifestano comportamenti voyeuristici non sviluppa un disturbo clinico.


La diagnosi viene fatta quando il comportamento ha un impatto significativo sulla qualità della vita del soggetto o quando coinvolge individui non consenzienti.


Il termine "guardone" è usato comunemente in senso dispregiativo per indicare chi si dedica a tali pratiche. Secondo alcune indagini condotte dall'FBI, è stato osservato che in alcuni casi il voyeurismo può essere collegato a comportamenti più gravi, come crimini sessuali violenti. Infatti, è stato rilevato che alcuni voyeur mostrano tratti di personalità specifici, come un'elevata attenzione ai dettagli e una pianificazione meticolosa delle loro attività di spionaggio, utilizzando spesso strumenti tecnologici avanzati.

Inoltre, è stato evidenziato che questi individui tendono ad essere particolarmente timidi o a manifestare difficoltà nel creare e mantenere relazioni sociali, soprattutto durante l'adolescenza.



Differenza tra voyeurismo e troilismo

È importante distinguere il voyeurismo da altre pratiche, come il troilismo, che consiste nel trarre piacere sessuale dall’osservare persone consenzienti durante un rapporto sessuale.

Nel caso del voyeurismo, invece, come detto precedentemente, l’osservazione avviene senza il consenso dell’altro, creando una dinamica di potere e controllo che rende il comportamento non etico e illegale.



Si tratta di un reato?

Il voyeurismo è spesso considerato una pratica deviata in molte culture e, in diversi ordinamenti giuridici, costituisce un reato sessuale quando viene praticato senza il consenso della persona osservata. In questi casi, l’atto di spiare qualcuno a sua insaputa viola la privacy e la dignità della vittima, configurandosi come un'intrusione illegale nella sfera personale.


Nel Regno Unito, il voyeurismo non consensuale è stato formalmente riconosciuto come reato con il Sexual Offences Act del 2003, entrato in vigore nel maggio 2004. La normativa punisce chiunque osservi, fotografi o filmi un'altra persona in situazioni private senza il suo consenso, con l'intento di ottenere gratificazione sessuale.


In Canada, una legislazione simile è stata introdotta alla fine del 2005 con una modifica al Criminal Code, che ha inserito il voyeurismo tra i reati sessuali. La legge canadese stabilisce pene severe per chiunque registri, visualizzi o distribuisca immagini di persone in contesti in cui si aspettano ragionevolmente privacy, come bagni, spogliatoi o abitazioni private.


Anche negli Stati Uniti il voyeurismo è considerato un crimine in molte giurisdizioni. Ad esempio, il Video Voyeurism Prevention Act del 2004 punisce a livello federale coloro che registrano o trasmettono immagini intime di una persona senza il suo consenso in luoghi in cui ha un'aspettativa di privacy. A livello statale, la legislazione varia, ma quasi tutti gli stati prevedono sanzioni per il voyeurismo non consensuale, con pene che vanno da multe a condanne detentive.


In Francia, il Code Pénal prevede il reato di voyeurismo sotto l’articolo 226-1, che sanziona la registrazione o la diffusione di immagini intime senza il consenso della persona ritratta.


In Italia, il voyeurismo è regolato dall’articolo 615-bis del Codice Penale, che disciplina l’interferenza illecita nella vita privata. La norma punisce chiunque, attraverso strumenti di ripresa audiovisiva, si introduca nella sfera privata di una persona senza il suo consenso. Inoltre, con la legge 69/2019, sono state introdotte misure più severe contro il revenge porn, un fenomeno che spesso si intreccia con il voyeurismo digitale.


Altri paesi, come la Germania e la Spagna, hanno leggi simili che tutelano la privacy e puniscono la registrazione illecita di immagini in contesti privati.


Sebbene il voyeurismo non implichi necessariamente un contatto fisico con la persona osservata, la sua natura invasiva e non consensuale lo rende un reato in molte legislazioni, con pene che variano a seconda della gravità dell’infrazione e dell’uso delle immagini ottenute illegalmente.



Come e quando ha origine ?

Questo tipo di comportamento tende a emergere nella tarda adolescenza o nella prima età adulta e, sebbene sia più comune tra gli uomini, sta aumentando anche tra le donne.


Forme lievi di voyeurismo, soprattutto se consensuali e circoscritte a dinamiche tra adulti, sono spesso considerate socialmente accettabili. Ad esempio, la visione di contenuti sessualmente espliciti disponibili online non viene classificata come voyeurismo, poiché manca l'elemento fondamentale dell'osservazione furtiva.


Tra le parafilie, il disturbo voyeuristico è una delle più frequenti, in particolare tra gli uomini. Si ritiene che questo comportamento possa avere origine da episodi occasionali in cui una persona, per caso, assiste a situazioni intime che le procurano eccitazione sessuale. Con il tempo, tali episodi potrebbero ripetersi, trasformandosi in un'abitudine e, nei casi più estremi, nell'unico modo per provare piacere sessuale.

Quando ciò accade, l'individuo può arrivare a trascurare le proprie responsabilità e a dedicare gran parte del proprio tempo alla ricerca di nuove situazioni da osservare.



Come si sente una persona spiata?

Chi subisce un atto di voyeurismo spesso vive un'esperienza traumatica.

La sensazione predominante è quella di un'invasione violenta della propria intimità, che porta a un senso di vulnerabilità e paura.

La vittima, trovandosi in una condizione di esposizione involontaria, può reagire con un impulso immediato di fuga o, al contrario, con una reazione aggressiva, generata dalla rabbia per la violazione del proprio spazio personale.

Dal canto suo, chi compie l’atto voyeuristico tende a giustificare il proprio comportamento, ritenendolo meno grave o persino accettabile, poiché manca un contatto fisico diretto con la vittima. Tuttavia, questa razionalizzazione non toglie il fatto che si tratti di un comportamento lesivo per l’altro.



L’evoluzione del voyeurismo

Negli ultimi anni, la diffusione capillare di Internet ha contribuito a trasformare e amplificare il fenomeno del voyeurismo, che oggi assume forme sempre più variegate e complesse. Tradizionalmente associato al piacere di osservare situazioni intime senza il consenso dei soggetti coinvolti, il termine ha subito un’evoluzione semantica, estendendosi anche a contesti in cui l’osservazione avviene con il consenso delle persone esposte.

Un esempio emblematico è rappresentato da incontri organizzati in parcheggi pubblici o luoghi appartati, dove gruppi di persone si ritrovano per condividere esperienze sessuali, consentendo ad altri di osservare senza necessariamente partecipare.

Questo tipo di voyeurismo consensuale, noto anche come "cuckolding" o "dogging" in alcuni contesti, riflette una trasformazione nelle dinamiche dell’esibizionismo e dell’osservazione erotica.

Inoltre, il concetto stesso di voyeurismo si è ampliato fino a includere pratiche in cui l’eccitazione deriva dalla semplice osservazione di corpi vestiti o parzialmente nudi, senza necessariamente una componente di nudità esplicita.


L’avvento della tecnologia e la pervasività dei social media hanno aperto nuove dimensioni per il voyeurismo, spostandolo oltre il contesto fisico per radicarsi nel mondo digitale.

Questo ha dato origine al cosiddetto voyeurismo mediatico, fenomeno alimentato dall’accesso costante a contenuti che espongono la vita privata degli altri, spesso in modo volontario.


Un esempio lampante è rappresentato dai reality show come Il Grande Fratello o L’Isola dei Famosi, che offrono agli spettatori uno sguardo continuo e privo di filtri sulla quotidianità dei partecipanti. Questi programmi sfruttano il bisogno psicologico di osservare le dinamiche interpersonali e i conflitti altrui, favorendo un coinvolgimento che può sfociare in una forma di curiosità morbosa.

Il pubblico diventa così spettatore di litigi, relazioni sentimentali e momenti di vulnerabilità, sviluppando una sorta di attaccamento emotivo ai protagonisti dello spettacolo.


Oltre ai reality show, anche i social network hanno contribuito alla normalizzazione del voyeurismo nella quotidianità. La possibilità di accedere con facilità ai profili altrui, osservando foto, video e aggiornamenti personali, può trasformarsi in una vera e propria pratica voyeuristica. Il semplice scorrere i contenuti di estranei su Instagram, Facebook o TikTok diventa un’attività che, se portata all’estremo, può riflettere un bisogno compulsivo di controllo e osservazione.


In alcuni casi, il voyeurismo digitale si manifesta in forme più intrusive, come lo stalking online, che porta gli utenti a monitorare costantemente le attività di una persona senza il suo consenso.

L'anonimato della rete e la facilità di accesso ai contenuti personali incentivano comportamenti che sfumano tra la curiosità innocente e una vera e propria ossessione per la vita altrui.



Approcci terapeutici e trattamenti

La terapia per il disturbo voyeuristico viene spesso avviata a seguito di interventi legali o di pressioni familiari.

I percorsi di trattamento includono la psicoterapia, la partecipazione a gruppi di supporto e, in alcuni casi, l’uso di farmaci.

In particolare, gli antidepressivi della classe degli SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) possono essere utilizzati per ridurre l’intensità delle pulsioni voyeuristiche. Nei casi più gravi, si ricorre a farmaci che riducono i livelli di testosterone, previa autorizzazione del paziente.

Durante il trattamento farmacologico, vengono monitorati regolarmente i parametri biologici, come la funzione epatica e la densità ossea, per assicurare che gli effetti collaterali siano sotto controllo.



Sfide nel modificare il comportamento voyeuristico

Cambiare le abitudini voyeuristiche può essere un percorso difficile, soprattutto perché il soggetto spesso non percepisce il proprio comportamento come problematico.

Un passo fondamentale nel trattamento è portare il paziente a prendere consapevolezza del danno che arreca agli altri e della necessità di modificare le proprie abitudini.


Solo attraverso questa consapevolezza si può avviare un cambiamento autentico e duraturo.



Obiettivi della terapia

Il trattamento terapeutico si propone di intervenire sulle dinamiche cognitive, emotive e comportamentali associate al voyeurismo, promuovendo un cambiamento positivo e sostenibile nel tempo.

Gli obiettivi principali includono:

  1. Analisi e ristrutturazione delle credenze disfunzionali

    Attraverso un lavoro di esplorazione cognitiva, si analizzano i pensieri e le fantasie che accompagnano l’eccitazione sessuale, con l’obiettivo di identificare eventuali distorsioni cognitive o credenze disfunzionali. Si lavora per sostituire tali schemi con interpretazioni più equilibrate e funzionali, aiutando il paziente a sviluppare una visione più consapevole e realistica della sessualità.


  2. Educazione alla sessualità sana e consapevole

    La terapia fornisce strumenti psicoeducativi per migliorare la conoscenza delle dinamiche sessuali sane, promuovendo una comprensione più matura del desiderio, dell’intimità e dei confini personali. Si esplorano i fattori che contribuiscono allo sviluppo del voyeurismo e si lavora per costruire un approccio alla sessualità che sia rispettoso di sé e degli altri.


  3. Sviluppo dell’empatia e della consapevolezza del danno arrecato

    Un aspetto centrale del trattamento è aiutare il paziente a mettersi nei panni delle persone coinvolte, comprendendo il disagio, il senso di violazione o il potenziale trauma che il suo comportamento può provocare. Questo processo favorisce un aumento della responsabilità personale e un maggiore rispetto per il benessere altrui.


  4. Promozione di relazioni intime autentiche e basate sulla reciprocità

    La terapia aiuta il paziente a sviluppare e mantenere relazioni affettive e sessuali soddisfacenti, basate su rispetto, consenso e comunicazione. Si lavora sulle difficoltà relazionali, sulla costruzione dell’intimità e sulla capacità di stabilire connessioni profonde con gli altri.


  5. Gestione degli impulsi voyeuristici attraverso strategie adattive

    Vengono insegnate tecniche di autocontrollo e gestione degli impulsi, come la regolazione emotiva, il rinforzo delle abilità sociali e l’utilizzo di strategie comportamentali alternative. L’obiettivo è aiutare il paziente a riconoscere e affrontare i propri impulsi in modo consapevole, riducendo il rischio di comportamenti dannosi per sé e per gli altri.


La terapia può integrare approcci cognitivi-comportamentali, tecniche di mindfulness, strategie di gestione dell’ansia e interventi focalizzati sul miglioramento delle abilità sociali, adattando il percorso alle esigenze specifiche del paziente.



Strategie pratiche

Per ridurre la frequenza e l’intensità dell’impulso voyeuristico, è fondamentale offrire strumenti e strategie che gli permettano di canalizzare il proprio desiderio sessuale in modalità più sicure e rispettose.

L’obiettivo non è tanto la soppressione del comportamento, dato che questo non è sempre possibile, ma la sua rielaborazione in forme più funzionali e socialmente accettabili.


Ecco alcune strategie chiave:

  1. Utilizzo di materiale pornografico consensuale

    Un primo passo per limitare il rischio di violare la privacy altrui è incoraggiare a soddisfare la propria eccitazione sessuale attraverso contenuti espliciti legalmente prodotti e basati sul consenso. In questo modo, si riduce la necessità di ricorrere all’osservazione non consensuale di individui ignari, offrendo un’alternativa che non implichi il coinvolgimento di persone inconsapevoli.


  2. Riorientamento del desiderio sessuale verso relazioni consenzienti

    La terapia aiuta a sviluppare un concetto più sano della sessualità, spostando il focus dall’osservazione passiva e non consensuale verso esperienze intime condivise.

    Questo processo include:

    • Lavorare sulle competenze sociali e relazionali per favorire un’interazione più autentica con un partner.

    • Esplorare e affrontare eventuali paure o difficoltà legate alla sessualità e all’intimità emotiva.

    • Promuovere il rispetto dei confini personali e il valore del consenso in ogni dinamica erotica.


  3. Integrazione dell’autoerotismo con fantasie sane

    Il soggetto viene guidato nel comprendere come le proprie fantasie possano essere esplorate senza necessariamente tradursi in comportamenti dannosi. In questo senso, l’autoerotismo può rappresentare uno spazio sicuro per gestire gli impulsi, purché sia accompagnato da fantasie che non incentivino la trasgressione dei confini altrui. La terapia può supportare il paziente nella differenziazione tra fantasie che possono essere mantenute e quelle che, invece, alimentano schemi disfunzionali.


Approccio Integrato

Queste strategie vengono affiancate da tecniche di autoregolazione emotiva, gestione degli impulsi e sviluppo di abilità sociali per migliorare il controllo del comportamento.


Inoltre, il percorso terapeutico può includere:

  • Tecniche di mindfulness e consapevolezza corporea, per aiutare il paziente a riconoscere e gestire gli impulsi voyeuristici senza agire automaticamente.

  • Interventi sulla regolazione emotiva, volti a ridurre ansia, solitudine o frustrazione che potrebbero rafforzare il comportamento.

  • Psicoeducazione sulla sessualità e sui meccanismi del desiderio, per offrire una visione più equilibrata e rispettosa delle dinamiche sessuali.


L’obiettivo finale è accompagnare verso una sessualità più matura, soddisfacente e consapevole, riducendo progressivamente la necessità di ricorrere a comportamenti voyeuristici.



Dunque, il percorso di trattamento di una persona con tendenze voyeuristiche richiede impegno e consapevolezza. Solo affrontando i meccanismi sottostanti e sviluppando nuovi modi di relazionarsi con sé stessi e con gli altri è possibile ridurre significativamente questi comportamenti e promuovere una sessualità più responsabile e soddisfacente.

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