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Filosofia della Red Pill: uomini dominanti e demonizzazione del femminismo

Aggiornamento: 4 apr

In un'epoca in cui la velocità delle informazioni e la costante evoluzione delle tendenze culturali e sociali sembrano determinare i nostri punti di riferimento, mi trovo spesso a non seguire con la stessa solerzia ogni nuovo fenomeno che emerge nel dibattito pubblico.

Non sono, infatti, una di quelle persone che segue ogni tendenza o si aggiorna costantemente sulle ultime teorie, fatti avvenuti o visioni sociali, perché credo che il valore di una riflessione approfondita e personale risieda nel distacco dalle mode del momento, sebbene comunque riconosca l'importanza di avere una visione critica su ciò che accade nel mondo.

Recentemente, però, sono venuta a conoscenza di un concetto che, fino ad allora, mi era completamente sfuggito: un mio paziente, nel corso di una seduta, ha citato la serie "Adolescents" su Netflix. Guardandola, gli è venuto in mente il nostro ultimo incontro, poiché nella stessa c'è un episodio che si concentra sull'incontro tra psicologo e paziente. Questo particolare momento lo ha fatto riflettere su alcune dinamiche che avevamo affrontato insieme, portandolo a voler condividere con me alcune delle sue riflessioni tra le quali la teoria della "Red Pill", un argomento che, a sua volta, ha suscitato una curiosità in me. La sua descrizione mi ha spinto ad approfondire questa teoria, che si fonda su dinamiche di potere tra uomini e donne e che sta acquisendo una crescente visibilità in alcuni movimenti contemporanei.


La teoria della "Red Pill" è un concetto che ha preso piede principalmente all'interno di alcune subculture online, specialmente nei movimenti di "diritti degli uomini" e nelle cosiddette "communities incel" (celibi involontari), ossia gruppi di persone che si autodefiniscono come incapaci di instaurare relazioni intime o sessuali nonostante il loro desiderio.


Questo concetto trae ispirazione dal famoso film The Matrix del 1999, in cui il protagonista, Neo, si trova di fronte a un'importante scelta: prendere la pillola rossa, che gli permetterebbe di "vedere" la realtà dietro la facciata del mondo che conosce, oppure prendere la pillola blu, che gli consentirebbe di rimanere nell'illusione di un mondo familiare e comodo.

Nel contesto della teoria "Red Pill", la pillola rossa rappresenta un'azione simbolica che consente agli uomini di svegliarsi da una realtà "manipolata" e scoprire una verità scomoda, che sarebbe stata volutamente celata dalla società.


I sostenitori di questa teoria ritengono che la visione tradizionale delle relazioni di genere, della sessualità e del ruolo maschile sia stata distorta da ideologie moderne come il femminismo. Secondo loro, la "Red Pill" offre una comprensione più profonda della dinamica di potere tra uomini e donne, che, secondo questa visione, è stata nascosta dalla società, dai media e dalle politiche contemporanee, con l'intento di mantenere gli uomini in una posizione subordinata rispetto alle donne.

Pertanto, chi "inghiotte la Red Pill", per usare il linguaggio di queste comunità, sarebbe in grado di comprendere la realtà così com'è, liberandosi dalle illusioni o dai miti sulla parità di genere e sulle aspettative sociali moderne, e scoprendo un presunto "ordine naturale" che riguarda il ruolo degli uomini e delle donne nella società. Questo atto di "sveglia" non è solo visto come un percorso di consapevolezza, ma come un ritorno a una verità che i sostenitori di questa teoria considerano fondamentale, ma volutamente nascosta.


Teoria della Red Pill con la Psicologa Camilla Persico
Teoria della Red Pill con la Psicologa Camilla Persico

Fondamenti della teoria

Il cuore della teoria si basa sull'idea che la realtà delle relazioni tra uomini e donne sia stata distorta dalle ideologie femministe e dalle norme sociali dominanti, infatti i sostenitori di questa teoria credono che esista una "verità" nascosta riguardo ai meccanismi di attrazione, sessualità e potere, che gli uomini devono comprendere per evitare di essere sfruttati o ingannati dalle donne.

Alcuni dei concetti chiave che emergono da questo movimento sono:


  1. La supremazia maschile

Si tratta di uno degli aspetti centrali della filosofia della "Red Pill" e rappresenta una visione delle relazioni di genere che considera gli uomini come esseri intrinsecamente superiori o "dominanti" rispetto alle donne, sia in termini di potere sociale che nelle dinamiche relazionali. Coerentemente con ciò, gli uomini dovrebbero riconoscere e abbracciare questo ruolo di dominanza, che sarebbe in qualche modo naturale e legittimo.

I sostenitori della "Red Pill" sostengono che la società moderna stia tentando di minare il potere maschile a favore delle donne, specialmente attraverso il continuo sviluppo e la continua diffusione di movimenti femministi, che, secondo loro, rappresenterebbe una forma di ingiustizia nei confronti degli uomini.


La Visione della Supremazia Maschile nella "Red Pill"

  1. Ruolo dominante dell'uomo: nella visione "Red Pill", gli uomini sono considerati "nati per comandare", avere il controllo e prendere le decisioni. Questo concetto si riflette anche nella definizione dell'uomo alfa: un uomo che è sicuro di sé, forte, capace di esercitare potere sulle persone e di influenzare gli eventi intorno a sé. Quest ultimo è visto come colui che non solo ha successo nella vita, ma anche nelle relazioni con le donne, le quali, nella mentalità "Red Pill", sono viste come "oggetti da conquistare". In effetti, la donna non è un partner alla pari, ma un soggetto che può essere "sedotto" o "dominato" attraverso tattiche di manipolazione psicologica, per avere il massimo controllo sulla relazione.

  2. Perdita del potere maschile: la teoria "Red Pill" sostiene che negli ultimi decenni, a causa dei progressi nei diritti delle donne e dell'uguaglianza di genere, gli uomini abbiano perso il loro potere tradizionale nella società. I movimenti femministi, secondo i sostenitori della "Red Pill", avrebbero creato un "inversione dei ruoli", in cui le donne ora avrebbero accesso a posizioni di potere, libertà e diritti che una volta erano riservati esclusivamente agli uomini, minacciando l'ordine naturale delle cose, poiché si ritiene che l’uomo debba dominare, e non essere visto come un pari delle donne.

  3. Sostegno alla disuguaglianza di genere: i sostenitori della "Red Pill" spesso promuovono la disuguaglianza di genere come una "condizione naturale", basata su presunti tratti biologici e psicologici maschili e femminili. Si sostiene che la dominanza maschile non solo sia giustificata, ma che la società debba tornare a valorizzare la supremazia maschile per ristabilire l'equilibrio. I diritti delle donne vengono visti come un attacco diretto al benessere degli uomini, con una narrazione che li presenta come vittime di un sistema che favorisce le donne, alimentando un senso di discriminazione inversa.

  4. Distorsione delle dinamiche relazionali: in questo quadro di visione sociale, le dinamiche tra uomini e donne sono estremamente distorte. Le relazioni intime non sono più viste come partnership basate sulla complicità e il rispetto reciproco, ma come giochi di potere in cui l’uomo deve esercitare la dominanza e la donna deve sottomettersi. La donna, quindi, viene concepita come una "conquista" da perseguire, un oggetto da sedurre, piuttosto che come un individuo con bisogni, desideri e pensieri propri. In molti casi, le donne sono percepite come strumenti di gratificazione maschile, il che contribuisce a una visione sessista e oggettivante delle relazioni.

  5. Manipolazione psicologica e seduzione: la supremazia maschile nella teoria "Red Pill" è strettamente legata a tecniche di seduzione manipolativa, per cui gli uomini devono imparare come dominare psicologicamente le donne, sedurle e ottenere la loro sottomissione emotiva e sessuale. Questo concetto si esplica nel cosiddetto "pick-up artist" (PUA), una figura che insegna agli uomini come sedurre e conquistare le donne attraverso strategie e manipolazioni psicologiche. Secondo la "Red Pill", la capacità di un uomo di manipolare una donna per farle fare ciò che vuole è un segno di potere e controllo, e il successo in questo campo è spesso visto come un obiettivo da raggiungere per affermare la propria dominanza.


L'Implicazione Sociale e Culturale

La teoria della supremazia maschile promossa dalla "Red Pill" ha grandi implicazioni a livello sociale e culturale, contribuendo a una visione polarizzata e estremamente rigida dei ruoli di genere, che risulta dannosa per la società nel suo complesso, e in particolare per le relazioni interpersonali.

  1. Rinforzo di stereotipi di genere: la visione della supremazia maschile può rinforzare stereotipi di genere dannosi, portando a un ambiente in cui le donne sono viste come oggetti passivi, mentre gli uomini sono considerati attivi e dominanti, creando una divisione tra i sessi che non favorisce una crescita sana e paritaria delle relazioni, ma alimentando conflitti e distorsioni psicologiche nei comportamenti.

  2. Normalizzazione della violenza di genere: quando le donne sono trattate come oggetti da conquistare, si rischia di normalizzare la violenza psicologica o, in casi estremi, anche fisica. La logica della "Red Pill" può spingere gli uomini a giustificare comportamenti abusivi o manipolativi come parte di una "legittima conquista" di potere nelle relazioni, alimentando dinamiche abusanti.

  3. Effetti sul benessere degli uomini: sebbene la teoria della supremazia maschile possa sembrare un modo per affermare il potere degli uomini, essa può danneggiare anche loro, potendo sviluppare bassa empatia, difficoltà nelle relazioni interpersonali, frustrazione emotiva e un isolamento sociale crescente. Il continuo desiderio di essere "dominanti" e di manipolare gli altri per ottenere conferme di potere non consente agli uomini di sviluppare relazioni autentiche basate sulla complicità reciproca.


  1. Le donne come manipolatrici

Secondo la filosofia della "Red Pill", che si basa su una visione estremamente distorta delle dinamiche di genere, le donne sono spesso descritte come manipolatrici che utilizzano i sentimenti e le emozioni degli uomini per ottenere vantaggi materiali, sociali o emotivi, concezione che si lega a una visione riduttiva e negativa del comportamento femminile, in cui le donne vengono percepite non come esseri umani con emozioni complesse, ma come figure strategiche e calcolatrici che agiscono solo per interessi egoistici.


I fondamenti della teoria

  1. Sfruttamento emotivo: la filosofia della "Red Pill" suggerisce che le donne siano particolarmente abili nel manipolare le emozioni degli uomini per ottenere ciò che vogliono, ovvero utilizzano l'emotività maschile come un punto di vulnerabilità, per indurre gli uomini a compiere azioni che le favoriscano, ad esempio, si sostiene che una donna possa fare leva su comportamenti come la seduzione, il pianto, il dolore emotivo o la lamentele per suscitare nel partner un forte senso di protezione o responsabilità, facendolo sentire obbligato a soddisfare le sue richieste, che spesso sono legate a vantaggi materiali o sociali.

  2. Vantaggi materiali e sociali: la filosofia "Red Pill" spesso accusa le donne di sfruttare la loro capacità di manipolare gli uomini per ottenere vantaggi tangibili, i quali possono essere di natura economica (ad esempio, denaro, regali, opportunità professionali) o sociale (come il miglioramento dello status sociale, l'accesso a cerchie influenti o la protezione sociale). L'idea sottostante è che le donne siano in grado di usare il loro fascino, la loro bellezza o il loro comportamento emotivo per "costringere" gli uomini a soddisfare i loro bisogni e desideri, spesso a svantaggio degli stessi uomini.

  3. "Predatori" maschili e "prede" femminili: nella mentalità della "Red Pill", l'uomo è visto come il predatore naturale, colui che deve conquistare e dominare, mentre la donna è relegata al ruolo di preda che deve essere manipolata e "controllata". La teoria accusa le donne di agire come predatrici, sfruttando l'attrazione emotiva degli uomini per ottenere controllo o vantaggi, dove l'idea di conquista si estende alla sfera psicologica ed emotiva, e l'uomo viene rappresentato come vulnerabile e "ingannato" dalla capacità delle donne di utilizzare i propri sentimenti e desideri per manipolarli.


La visione delle relazioni nell'ottica della "Red Pill"

  1. Assenza di fiducia: un aspetto fondamentale della filosofia della "Red Pill" è che essa promuove una totale mancanza di fiducia verso le donne. La visione del mondo proposta da questa teoria fa sì che gli uomini non possano più vedere le donne come partner autentici e pari, ma come manipolatori astuti che agiscono solo per il proprio tornaconto. Questa perdita di fiducia si manifesta in una sospettosità costante nei confronti delle intenzioni femminili, dove ogni azione o comportamento di una donna viene interpretato come parte di una strategia manipolativa.

  2. Relazioni sbilanciate: la filosofia "Red Pill" promuove una dinamica di potere sbilanciata nelle relazioni tra uomini e donne. Poiché le donne vengono viste come manipolatrici, le relazioni sessuali e affettive sono trasformate in una partita di potere in cui l'uomo deve essere sempre sulla difensiva per evitare di essere manipolato, creando così una distorsione significativa delle dinamiche relazionali, in cui l'autenticità, l'intimità e il rispetto reciproco vengono sostituiti da un gioco continuo di conquista, controllo e sospetto.

  3. Oggettificazione femminile: la visione delle donne come manipolatrici contribuisce a una oggettificazione delle donne stesse per cui invece di essere viste come individui complessi, con emozioni e desideri autentici, le donne sono ridotte a strumenti o mezzi per ottenere qualcosa, siano essi vantaggi materiali, sociali o emotivi. Questo porta a una deumanizzazione delle stesse, che vengono considerate esclusivamente in termini di come possano "utilizzare" gli uomini, piuttosto che come persone con cui costruire relazioni genuine e reciproche.


Le conseguenze di questa visione

  1. Conflitti nelle relazioni: se un uomo percepisce continuamente la donna come una manipolatrice che gioca con le sue emozioni, non potrà mai sviluppare una relazione sana e di fiducia, di conseguenza le interazioni emotive saranno sempre filtrate dal sospetto, dalla paura di essere sfruttato e dal desiderio di controllo, ostacolando la possibilità di creare un legame genuino.

  2. Isolamento sociale e psicologico: l'incapacità di fidarsi delle donne, considerandole come manipolatrici, può portare gli uomini che aderiscono a questa filosofia a isolarsi progressivamente. La sfiducia nelle donne può tradursi in un rifiuto delle relazioni intime e affettive o in una visione distorta del rapporto di coppia, che diventa più una lotta di potere che una partnership basata su amore, rispetto e comprensione reciproca.

  3. Stereotipi dannosi: la visione delle donne come manipolatrici alimenta stereotipi dannosi che perpetuano disuguaglianze di genere i quali non solo ostacolano il progresso verso una società più paritaria e equilibrata, ma rafforzano anche la mentalità di dominio promossa dalla filosofia della "Red Pill", che si fonda su un rifiuto del rispetto reciproco e sulla promozione di relazioni disfunzionali e potenzialmente dannose.


  1. L'auto-empowerment maschile

L'auto-empowerment maschile è uno degli aspetti centrali della filosofia della "Red Pill" e rappresenta un concetto che incita gli uomini a sviluppare una forte autostima, a diventare autosufficienti e ad abbracciare il ruolo di dominanza nelle relazioni e nella vita quotidiana.

In questa visione, gli uomini sono incoraggiati a non dipendere da nessuno, e in particolare dalle donne, per soddisfare i loro bisogni emotivi, fisici o psicologici.


In questo panorama risulta fondamentale il concetto di "alpha male", il quale si riferisce all'idea che gli uomini debbano essere visti come leader naturali, dominanti, e sicuri di sé. Il termine "alpha" viene preso in prestito dalla zoologia, dove si riferisce al maschio dominante in un gruppo di animali, spesso il capo di una branco; secondo la filosofia della "Red Pill", l'uomo "alpha" è l'individuo che possiede un alto valore sociale e controlla le dinamiche relazionali, sia con altri uomini che con le donne.

Gli uomini devono cercare di emulare queste caratteristiche, sviluppando la capacità di essere in controllo della propria vita e delle proprie emozioni, senza mostrare debolezze.

In questo contesto, l'indipendenza e l'autosufficienza sono visti come virtù fondamentali per l'uomo "alpha", per cui egli non solo deve essere capace di prendere decisioni senza dipendere da altri, ma deve anche essere in grado di gestire tutte le sfide della vita con una mentalità di autogestione.

L' "alpha male" non deve cercare approvazione dagli altri, e soprattutto non deve mai mostrare la sua vulnerabilità, in particolare verso le donne, dato che se egli mostra una forma di indifferenza emotiva, può mantenere controllo sulla sua vita e sulle sue relazioni.


Coerentemente con ciò, una delle caratteristiche principali promosse dalla filosofia della "Red Pill" è l'idea di "distacco emotivo" dagli altri, in particolare dalle donne: l'uomo non deve mai sembrare vulnerabile o bisognoso di attenzioni emotive, poiché ciò sarebbe interpretato come un segno di debolezza che lo renderebbe meno attraente e meno dominante. In particolare:

  1. Non mostrare debolezze: un uomo che aderisce alla filosofia "Red Pill" è incoraggiato a non esprimere emozioni di debolezza o insicurezza. La vulnerabilità, quindi, viene vista come qualcosa di negativo che deve essere evitato a tutti i costi.

    Questo può portare gli uomini a reprimere i loro sentimenti, evitando di chiedere aiuto o di manifestare sentimenti di tristezza, frustrazione o paura, ed il rischio è che si sviluppi una mancanza di empatia e una difficoltà a connettersi autenticamente con gli altri.

  2. Indipendenza emotiva: l'autosufficienza emotiva è considerata una qualità essenziale per gli uomini "alpha", implicando che non devono cercare approvazione emotiva o conforto da altre persone, in particolare dalle donne. Il concetto di autosufficienza emotiva si traduce in un comportamento in cui l'uomo non deve cercare di esprimere sentimenti di affetto o vulnerabilità per evitare di sembrare debole, cosa che può sfociare in un distacco emotivo nelle relazioni, dove egli non si impegna mai completamente o non dà mai il massimo per non apparire "bisognoso" o dipendente.


Le conseguenze di un approccio "Alpha Male"

  1. Relazioni superficiali: come già parzialmente accennato, un uomo che adotta il concetto di "alpha male" può trovarsi a vivere relazioni più superficiali. La paura di essere vulnerabile o di compromettere la propria indipendenza emotiva può rendere difficile sviluppare connessioni autentiche e profonde con gli altri. Nelle relazioni con le donne, ad esempio, l’uomo potrebbe evitare di aprirsi completamente, temendo che questo possa renderlo meno attraente o meno dominante, di conseguenza, potrebbe esserci una distanza emotiva tra i partner, con il rischio che le relazioni siano prive di intimità emotiva e non fondate su una reciproca complicità.

  2. Isolamento e stress psicologico: sebbene l'idea di essere indipendenti e autosufficienti possa sembrare positiva, la repressione dei sentimenti e la costante pressione di mantenere il controllo possono portare a un isolamento emotivo e a stress psicologico. Gli uomini che seguono questa filosofia possono sentirsi costantemente sotto pressione, temendo che qualsiasi segno di debolezza possa compromettere la loro immagine di "alpha male", ed a lungo andare l'assenza di supporto emotivo o di un legame empatico può avere effetti negativi sulla salute mentale.

  3. Mancanza di empatia: un'altra conseguenza del distacco emotivo è una riduzione dell'empatia, che è la capacità di mettersi nei panni degli altri e di comprendere i loro sentimenti. Se un uomo si concentra esclusivamente sull'essere dominante e autosufficiente, può diventare sempre meno in grado di comprendere le emozioni delle donne o degli altri, e questo può danneggiare le relazioni interpersonali e portare a comportamenti sconsiderati o egoistici.


  1. La sessualizzazione delle relazioni

La sessualizzazione delle relazioni è un concetto chiave nella filosofia della "Red Pill", dove le dinamiche di potere e l'attrazione sessuale sono viste come centrali in ogni interazione tra uomini e donne. Come già detto, secondo questa teoria, le relazioni, soprattutto quelle romantiche e sessuali, sono per lo più interpretate come un gioco di potere in cui gli uomini cercano di dominare e le donne sono viste come oggetti da conquistare, ma il focus di questo quarto punto è che tale approccio distorce profondamente la natura delle relazioni interpersonali, trattando le interazioni come una battaglia in cui l'obiettivo finale è il controllo sessuale o l'ottenimento di vantaggi sessuali.


L'attrazione sessuale come motore delle relazioni

Nel mondo della "Red Pill", l'attrazione sessuale è considerata il principale motore delle interazioni sociali e relazionali. Gli uomini sono incoraggiati a percepire l'attrazione sessuale come un mezzo per misurare il loro valore e le loro capacità. Il concetto di "alpha male" visto precedentemente, ad esempio, non si limita solo alla dominanza in termini sociali o economici, ma implica anche una capacità di sedurre le donne e mantenere il controllo sessuale nelle relazioni.


In questo contesto, l'uomo che riesce a suscitare desiderio sessuale nelle donne è visto come una persona di alto valore, mentre le donne, dal loro canto, vengono spesso considerate come esseri il cui valore può essere misurato in termini di attrazione sessuale.


Oggettivazione delle donne

La teoria della "Red Pill" tende a ridurre le donne a oggetti sessuali da conquistare, piuttosto che vederle come individui completi con desideri, speranze e sentimenti. Secondo questa visione, la relazione con una donna non è tanto un processo di intimità emotiva e reciproco supporto, quanto una strategia per ottenere l'accesso al corpo femminile o per esercitare il controllo sessuale. Le donne sono spesso descritte come "predatrici" o "manipolatrici", il che implica che il loro unico scopo nelle interazioni con gli uomini sia sfruttare i loro sentimenti o le loro risorse per ottenere vantaggi.

Questa visione porta a un'incredibile oggettivizzazione delle donne, trattandole come esseri il cui valore è legato esclusivamente alla loro capacità di essere desiderate sessualmente e alla loro disponibilità a soddisfare i bisogni sessuali degli uomini. Il consenso o il rispetto reciproco vengono ridotti a concetti secondari, poiché l'attenzione si concentra principalmente sul potere che una persona può esercitare sull'altra attraverso la seduzione e il controllo.


Manipolazione psicologica nelle relazioni

Un altro aspetto fondamentale della teoria è l'idea che gli uomini debbano adottare strategie psicologiche per manipolare le donne e farle sentire attratte da loro, le quali vanno dal comportamento di "negare" o rifiutare l'interesse iniziale (per creare tensione e desiderio) a tecniche di "messa in scena" di un'immagine di sé più attraente o potente. L'uso di queste tecniche psicologiche è visto come un modo per dominare le donne, facendole sentire attratte senza che ci sia un autentico scambio emotivo.

Tuttavia, questa manipolazione psicologica è anche un segno della distorsione del concetto di relazione, dove l'importante non è la connessione emotiva e il rispetto reciproco, ma la strategia per ottenere ciò che si desidera, che in questo caso è il potere sessuale. L'idea di “conquistare” la donna diventa quindi un obiettivo fine a sé stesso, senza considerare che le relazioni vere dovrebbero essere basate sulla comunicazione reciproca, sull’empatia e sul rispetto per l'altro.


Implicazioni sociali e psicologiche della sessualizzazione delle relazioni

  1. Distorsione delle relazioni interpersonali: le relazioni basate sulla "Red Pill" tendono a essere superficiali e strumentali, come già specificato nel punto precedente, dove l’obiettivo primario non è l'intimità o la connessione autentica, ma il gioco di potere. L'uomo che adotta questa mentalità può trovare difficile impegnarsi in una relazione sana e duratura, poiché l'attrazione sessuale e il controllo divengono il suo principale motore relazionale.

  2. Disumanizzazione delle donne: la visione delle donne come oggetti da "conquistare" per il potere sessuale porta a una disumanizzazione del loro ruolo nella società e nelle relazioni. Le donne non sono più viste come esseri umani completi, ma come strumenti per soddisfare i desideri maschili, determinando conseguenze devastanti, sia per la società in generale, che per la salute psicologica e il benessere delle donne stesse coinvolte in dinamiche di relazione.

  3. Problemi relazionali per gli uomini: sebbene gli uomini che seguono questa filosofia cerchino di ottenere un senso di potere e controllo nelle loro relazioni, essi rischiano di alienarsi dalle emozioni e dalle esperienze autentiche delle persone con cui si relazionano. Questo può portare a una difficoltà a creare legami emotivi profondi e a problemi di solitudine o insoddisfazione a lungo termine.


  1. Critiche alla femminilità e al femminismo

La critica alla femminilità e al femminismo all'interno della filosofia della "Red Pill" è uno degli aspetti più controversi e polarizzanti di questo movimento. Secondo i suoi sostenitori, la visione tradizionale delle dinamiche di genere, che era basata su ruoli ben definiti e su una certa supremazia maschile (intesa come predominanza naturale degli uomini nel mondo), è stata sovvertita dal femminismo moderno il cui movimento, secondo loro, avrebbe rovesciato le leggi naturali della sessualità e della dinamica relazionale, creando una situazione in cui gli uomini sono considerati svantaggiati rispetto alle donne, che vengono percepite come "privilegiate".

In tal senso, i sostenitori della "Red Pill" vedono il femminismo non come un movimento per l'uguaglianza, ma come una forza che ha messo gli uomini in una posizione di svantaggio sociale e economico.


Secondo la "Red Pill" infatti, il femminismo ha rovesciato l'ordine naturale delle cose: in passato, gli uomini erano considerati i principali sostenitori della famiglia, i principali fornitori di lavoro e i leader naturali nelle relazioni interpersonali, mentre con il femminismo, e in particolare con le sue conquiste nel campo del diritto di voto, della parità salariale e della libertà sessuale, molti sostenitori della "Red Pill" ritengono che le donne abbiano sovvertito questi equilibri, guadagnando potere e privilegi a scapito degli uomini.

L'idea centrale in questo ragionamento è che, se da un lato le donne abbiano effettivamente ottenuto numerosi diritti e opportunità, dall'altro gli uomini si trovano ora in una situazione in cui le loro stesse caratteristiche biologiche e comportamentali vengono deprecate, e dove l'equilibrio di potere tra i generi è visto come alterato.


Il concetto di "Privilegio Femminile"

Un aspetto centrale della critica al femminismo è il concetto di "privilegio femminile", secondo il quale le donne godrebbero di privilegi nascosti nella società moderna, che sarebbero stati garantiti dal femminismo, ma che passano inosservati, tra i quali ci sono:

  • Piani di supporto sociale e legale più favorevoli alle donne, come la protezione legale contro la violenza domestica, che, secondo i sostenitori della "Red Pill", sarebbe spesso applicata in modo unilaterale, favorendo le donne anche in situazioni dove non c'è una reale disparità di potere o abuso.

  • Favoritismo nelle relazioni e nel matrimonio, in cui gli uomini sono percepiti come più vulnerabili al rischio di divorzio e alimenti, mentre le donne sono viste come protette.

  • Ideali sociali che pongono la donna come l'oggetto del desiderio e della protezione, mentre gli uomini sono costantemente spinti a guadagnare e a dimostrare il proprio valore.

  • Ruoli di potere nelle istituzioni educative e lavorative, dove si ritiene che le donne abbiano un accesso privilegiato a determinati ruoli, a causa di politiche di quote rosa o di altre iniziative di inclusività che penalizzerebbero gli uomini.


La critica al femminismo e la misoginia

Questa critica al femminismo e al "privilegio femminile" sfocia spesso in una polarizzazione estrema delle dinamiche di genere, con una visione delle donne che può sfociare nella misoginia. La visione della "Red Pill" suggerisce che le donne siano state "indotte" dal femminismo a usare gli uomini per ottenere vantaggi sociali, economici e sessuali. In questo senso, le donne sono spesso descritte come manipolatrici o come "predatrici", che approfittano della debolezza emotiva degli uomini per ottenere ciò che vogliono.

La misoginia in questo contesto non si limita a un atteggiamento di odio esplicito verso le donne, ma si manifesta anche attraverso il trattamento delle donne come oggetti o come esseri inferiori, che devono essere "controllati" o "dominati". La misoginia si intreccia con la convinzione che la dominanza maschile sia naturale e che i ruoli di potere tradizionali debbano essere ripristinati.


I sostenitori di questa filosofia ritengono certamente che gli uomini abbiano perso il loro status dominante a favore delle donne, ma anchde che i cambiamenti apportati dalle politiche femministe abbiano indebolito le posizioni maschili, senza però ridurre i vantaggi che le donne ricevono dalla società. Il risentimento verso questa percezione di ingiustizia può sfociare in un atteggiamento oppressivo nei confronti delle donne, le quali sono accusate di sfruttare l'emancipazione e le leggi favorevoli per ottenere vantaggi a spese degli uomini.


Critiche alla percezione della parità di genere

Sostenere che il femminismo abbia "rovesciato" le dinamiche naturali tra i sessi implica una visione misogina della parità di genere. La parità, infatti, non implica la diminuzione del valore o dei diritti di una delle due parti, ma piuttosto il riconoscimento della dignità e dei diritti uguali per tutti, indipendentemente dal genere. La critica della "Red Pill" alla parità di genere potrebbe quindi essere vista come una resistenza alla modernizzazione delle norme sociali, che pongono l'accento sul rispetto reciproco tra uomini e donne e sull'eliminazione delle discriminazioni di genere.




Curiosità sulla teoria della "Red Pill"

  1. La comparazione con i movimenti "Incel": sebbene non tutti i sostenitori della "Red Pill" siano necessariamente incel (celibi involontari), esiste una connessione significativa tra le due subculture. Entrambe le comunità condividono una visione distorta delle dinamiche di attrazione e di relazione, e molti incel si identificano come seguaci della "Red Pill". In particolare, l’idea che le donne siano "prede" e che gli uomini debbano "lottare" per conquistare il loro affetto è comune a entrambe le teorie.

  2. La "Teoria dell'Alpha Male": il concetto di "alpha male", che abbiamo capito essere centrale nella filosofia della "Red Pill", è stato oggetto di molte critiche da parte degli psicologi e degli antropologi. L'idea che gli esseri umani possano essere suddivisi in categorie rigide di "leader" e "seguaci" è stata smentita, infatti le relazioni tra gli esseri umani sono decisamente più complesse e meno gerarchiche di quanto suggerito.

  3. La filosofia della "Red Pill" nel mondo del "Pick-Up Artist" (PUA): molti dei principi della "Red Pill" sono simili a quelli diffusi dalle comunità di "Pick-Up Artists" (PUA), ossia uomini che si specializzano nell'arte di sedurre le donne. La "Red Pill" si concentra sul miglioramento delle abilità sociali degli uomini per sedurre e conquistare le donne, utilizzando strategie manipolative e psicologiche, tuttavia, mentre i PUA spesso si concentrano su tecniche di seduzione, la "Red Pill" è più radicata in una visione della società come un campo di battaglia sessuale e di potere tra i sessi.

  4. L'Influenza dei social media: la diffusione della "Red Pill" è stata facilitata dai social media e dalle piattaforme online come Reddit, 4chan, e forum dedicati, ovvero spazi che hanno permesso la creazione di comunità di uomini che condividono ideali simili e che si sostengono a vicenda nel perseguire la loro visione delle relazioni e della sessualità. Questo fenomeno è stato amplificato dalle dinamiche di "echo chamber" (camera dell'eco), dove le persone trovano conferme delle proprie convinzioni in gruppi che le rafforzano..... e qui si torna al mio punto iniziale, dove disincentivo il bisogno di rincorrere ossessivamente ogni aggiornamento, poiché questo può portare a conformarsi passivamente alle mode del momento.......


La teoria della "Red Pill" è un argomento che suscita forti emozioni e dibattiti. Sebbene possa essere vista come un tentativo di offrire una "verità nascosta" sulle dinamiche tra uomini e donne, essa ha generato numerosi problemi a livello sociale e psicologico, alimentando la polarizzazione dei generi, giustificando comportamenti sessisti e talvolta violenti. La "Red Pill" rappresenta un esempio di come alcune ideologie, se portate all'estremo, possano trasformarsi in vere e proprie forme di radicalizzazione, con effetti devastanti sulle relazioni e sul benessere individuale.

1 Comment


Alice Marchi
Alice Marchi
2 giorni fa

Viene da chiedermi quanto queste narrazioni stanno influenzando le nuove generazioni nel modo in cui concepiscono l’identità maschile e i rapporti affettivi?

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© Coryright 2024 Camilla Persico | Psicologa Clinica, Neuropsicologa, Sessuologa, Pedagogista a Carrara | P.IVA: 01440390456 

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