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Feticismo

Immagine del redattore: Dott.ssa Camilla PersicoDott.ssa Camilla Persico

Aggiornamento: 30 gen

Il termine "feticcio" ha una lunga storia etimologica che attraversa diverse lingue e culture. La parola deriva dal francese "fétiche", che a sua volta proviene dal portoghese "feitiço", traducibile come "incantesimo" o "fattura". Quest'ultimo termine ha radici nel latino "facticius", che significa "artificiale" o "costruito", derivato dal verbo "facere", ovvero "fare".

Questa origine linguistica suggerisce come, fin dall'antichità, il feticcio fosse associato a qualcosa di creato dall'uomo e dotato di un presunto potere, spesso di natura soprannaturale. Nell'accezione tradizionale, infatti, un feticcio è un oggetto considerato capace di influenzare il destino delle persone o di esercitare un controllo su di esse, grazie a poteri attribuitigli culturalmente.


Feticismo: di cosa si tratta, con la psicologa Camilla Persico
Feticismo: di cosa si tratta, con la psicologa Camilla Persico

L'evoluzione del concetto di feticismo

Il feticismo, inteso come attribuzione di un valore speciale a determinati oggetti, ha trovato una sua definizione anche in ambito psicologico.


Il primo a utilizzarlo in un contesto legato alla sessualità fu Alfred Binet nel 1887. Secondo la sua teoria, alcuni individui particolarmente sensibili potevano sviluppare un'attrazione feticista a seguito di un'esperienza emotivamente intensa vissuta nell'infanzia. L'oggetto feticcio, dunque, si caricherebbe di significato a partire da un evento originario che lo rende simbolicamente importante per la persona.


Il tema del feticismo venne poi approfondito da altri studiosi, tra cui Richard von Krafft-Ebing e Havelock Ellis, i quali concordavano sull'origine associativa del fenomeno, pur avendo opinioni divergenti sulle predisposizioni individuali necessarie per svilupparlo.

Per Krafft-Ebing, il feticismo era una deviazione del desiderio sessuale, mentre Ellis lo considerava un fenomeno più variegato e meno patologico.



L'interpretazione psicoanalitica

Sigmund Freud propose una lettura del feticismo basata sulla teoria della castrazione. Secondo il padre della psicoanalisi, gli uomini con tendenze feticiste sviluppavano questa inclinazione per proteggersi inconsciamente dalla paura della castrazione, ovvero il timore inconscio che il pene potesse essere rimosso.

Il feticcio sarebbe quindi il risultato di un meccanismo di difesa, in cui l'oggetto sostituisce il pene materno che il bambino avrebbe inconsciamente immaginato presente e poi rimosso. Tuttavia, Freud non approfondì il feticismo sessuale nelle donne, lasciando un vuoto interpretativo su questa tematica.



Winnicott e il concetto di oggetto transizionale

Nel 1951, Donald Winnicott propose un'ulteriore evoluzione del concetto attraverso la teoria degli oggetti transizionali. Egli osservò che molti bambini stabiliscono un forte legame con determinati oggetti, come peluche o coperte, usandoli per gestire il distacco materno.

Secondo la sua ipotesi, questi oggetti possono successivamente assumere una valenza sessuale nell'età adulta, trasformandosi in oggetti feticisti.

In questa prospettiva, il feticismo non sarebbe un disturbo, ma una continuazione di un meccanismo psicologico naturale.



Ma come si sviluppa il feticismo ?

Prospettive più recenti della psicologia dinamica e della sessuologia suggeriscono che il feticismo possa formarsi in seguito a esperienze precoci in cui un oggetto o una parte del corpo vengono inconsapevolmente associati all'eccitazione sessuale.


Durante l’infanzia, il cervello è particolarmente ricettivo agli stimoli sensoriali e agli stati emotivi intensi, e alcune esperienze possono lasciare un’impronta profonda nella memoria affettiva.


Se in determinati momenti di piacere, sicurezza o eccitazione è presente un particolare oggetto, tessuto, suono o parte del corpo, questo elemento può diventare, col tempo, un punto di riferimento per il desiderio sessuale.


L’associazione tra un oggetto e l’eccitazione avviene in modo spontaneo e inconsapevole.


Può accadere, ad esempio, che un bambino trovi rassicurante il contatto con un certo materiale, come la pelle o la seta, e che questa sensazione venga interiorizzata come piacevole. Oppure, può succedere che un particolare elemento visivo o tattile diventi parte di un momento significativo, in cui l’attenzione e il piacere si intrecciano.


Con la crescita, questi dettagli possono emergere nella sfera sessuale, trasformandosi in veri e propri stimoli erotici.


Oggetti e parti del corpo acquisiscono significato anche attraverso il contesto culturale e personale in cui si sviluppa l’individuo. Alcuni simboli, come il piede, la calza o determinati materiali, vengono caricati di valenze erotiche che si rafforzano attraverso l’immaginazione e l’esperienza. Il desiderio feticistico, quindi, nasce dall’incontro tra il vissuto individuale e i significati che nel tempo vengono attribuiti a ciò che attiva l’eccitazione, radicandosi nell’inconscio e nella memoria emotiva.



Il significato moderno del termine "fetish"

Nel linguaggio comune, la parola "fetish" è spesso utilizzata in modo più ampio rispetto alla sua definizione clinica.

Oggi, con "feticismo" si indica qualsiasi elemento che possa suscitare eccitazione sessuale, anche quando non rientra nei criteri medici per una diagnosi.

Alcuni esempi includono l'attrazione per specifiche parti del corpo, come i piedi, o per oggetti particolari, come i tessuti di determinati materiali. Vi sono anche feticismi legati a situazioni o pratiche, come il BDSM o il voyeurismo.

In alcuni casi, il concetto si estende fino a includere parafilie più estreme, come l'urofilia o la necrofilia, sebbene queste siano considerate problematiche dal punto di vista clinico.



Il feticismo nei manuali diagnostici

Le definizioni mediche del feticismo hanno subito numerosi cambiamenti nel corso del tempo. Inizialmente, il feticismo veniva identificato come un interesse sessuale per oggetti non viventi o parti del corpo. Tuttavia, con la pubblicazione del DSM-III nel 1980, l'attrazione per parti del corpo venne esclusa da questa categoria. Successivamente, nel DSM-III-R del 1987, venne introdotto il termine "partialism" per descrivere la focalizzazione sull'eccitazione sessuale derivante da una parte specifica del corpo. Nel DSM-IV questa distinzione venne mantenuta, ma con il DSM-5 il concetto di "partialism" è stato nuovamente eliminato, riportando il feticismo a una definizione più generale.



Gradi di intensità del feticismo

Il feticismo si manifesta con diverse gradazioni di intensità. Inizialmente, può presentarsi come una semplice preferenza per determinati partner, stimoli o attività sessuali, in un contesto in cui il termine "feticismo" non è propriamente adeguato.

Quando la predilezione per questi elementi diventa più marcata, si entra in una fase in cui il feticismo è presente, ma in una forma ancora lieve.

Con il tempo, il bisogno di specifici stimoli può diventare sempre più necessario per raggiungere l'eccitazione e la soddisfazione sessuale, configurandosi come una manifestazione di media intensità del disturbo.

Nei casi più estremi, lo stimolo feticistico diventa preponderante al punto da sostituire completamente il partner nella dinamica sessuale, determinando un livello molto alto di feticismo.



Tre principali tipologie di feticismo

Il feticismo si manifesta in una varietà di modi, e Alfred Binet propose una classificazione che distingueva tra "amore spirituale" e "amore plastico". Il primo si riferisce a un'attrazione per caratteristiche astratte, come atteggiamenti o ruoli sociali, mentre il secondo riguarda l'attrazione per oggetti fisici o parti del corpo.


L'"amore plastico" è la forma di feticismo più nota: per alcuni individui, l'esperienza sensoriale legata all'oggetto del desiderio (vederlo, toccarlo, annusarlo, ecc.) è tanto importante quanto il rapporto sessuale tradizionale.


Al contrario, l'"amore spirituale" è meno universalmente accettato, poiché risulta più difficile da definire e dimostrare in termini di attrazione sessuale. Infatti, mentre è possibile provare un'ossessione per determinati comportamenti o status sociali, non sempre questo tipo di attrazione ha una connotazione sessuale evidente.


In generale, il feticismo può manifestarsi in diverse forme, che riflettono modalità specifiche di attribuzione del desiderio a oggetti, parti del corpo o caratteristiche fisiche.

Ogni tipologia di feticismo ha radici profonde nell’esperienza individuale e nei processi inconsci di associazione simbolica.


1. Feticismo oggettivo: il potere simbolico degli oggetti

I feticisti oggettivi sviluppano un’attrazione erotica nei confronti di oggetti inanimati, ai quali attribuiscono un valore simbolico ed emozionale. Gli oggetti feticcio possono essere materiali (come scarpe, guanti, indumenti intimi, calze, tessuti particolari) o elementi più astratti come odori, colori e suoni.

L’oggetto feticistico diventa un tramite per l’eccitazione sessuale e, in alcuni casi, può essere vissuto come un sostituto simbolico di una persona idealizzata ma irraggiungibile. Questo tipo di feticismo può derivare da esperienze precoci in cui un determinato oggetto è stato associato a sensazioni di piacere, calore o desiderio, radicandosi nell’inconscio come elemento indispensabile per la gratificazione erotica.


2. Feticismo somatico: il fascino di una parte del corpo

Nel feticismo somatico, il desiderio si concentra su una specifica parte del corpo, che assume un valore simbolico di attrazione e irraggiungibilità. Piedi, mani, capelli, orecchie, ombelico e persino denti possono diventare oggetto di un’intensa fascinazione erotica.

Questa attrazione può derivare da esperienze infantili o adolescenziali in cui quella particolare parte del corpo è stata associata a momenti di eccitazione o curiosità sessuale. Inoltre, il significato attribuito a certe parti del corpo varia a seconda del contesto culturale: per esempio, i piedi sono stati considerati simbolo di sensualità e sottomissione in diverse epoche storiche, mentre i capelli lunghi possono evocare l’idea di femminilità e seduzione.


3. Feticismo astratto: l’attrazione per il particolare imperfetto

Il feticismo astratto si distingue per l’attrazione verso caratteristiche fisiche peculiari, come asimmetrie corporee, cicatrici, deformità o segni di vulnerabilità. In questo caso, l’oggetto del desiderio non è un elemento concreto, ma una qualità che suscita un particolare tipo di eccitazione.

Spesso, questo tipo di feticismo è legato a dinamiche psicologiche più profonde: l’attrazione per segni di debolezza o imperfezione può alimentare fantasie di controllo, potere o superiorità. In alcuni casi, la persona feticista può sentirsi gratificata dal percepirsi come "dominante" o "protettiva" nei confronti dell’altro, rafforzando un’immagine narcisistica di sé.


Le diverse tipologie di feticismo mostrano come il desiderio umano sia profondamente influenzato da esperienze personali, associazioni inconsce e influenze culturali.

Sebbene il feticismo possa essere considerato una forma atipica di attrazione, rappresenta un’espressione della sessualità che risponde a dinamiche psicologiche complesse, intrecciando memoria emotiva, simbolismo e desiderio.



Interventi terapeutici per il Disturbo Feticistico

Il trattamento terapeutico del Disturbo Feticistico è finalizzato a ridurre o eliminare l'interesse e il desiderio verso l'oggetto feticistico quando questo è percepito come problematico.

Un primo obiettivo dell'intervento consiste nel diminuire la dipendenza dal feticcio, in modo da ridurre la sua centralità nella vita sessuale della persona.

Parallelamente, è importante lavorare per migliorare le relazioni intime, favorendo una maggiore connessione con il partner e una sessualità più equilibrata.

Nei casi in cui il comportamento feticistico possa sfociare in condotte problematiche o illegali, è necessario intervenire per prevenire eventuali tendenze criminali.

Il percorso terapeutico tiene conto di diversi aspetti, tra cui l'intensità del comportamento feticistico, la sua evoluzione nel tempo, il grado di gratificazione e di autostima che ne derivano, oltre alla motivazione del soggetto a cambiare, che può essere spontanea o indotta da fattori esterni.



Approccio terapeutico integrato

Un trattamento efficace si basa su un approccio integrato, che unisce interventi educativi e psicoterapeutici. L'analisi delle dinamiche erotico-sessuali del singolo o della coppia è un elemento centrale nel percorso di cura, che mira a promuovere una sessualità più armoniosa e meno dipendente dall'oggetto feticistico.


L'obiettivo è quello di aiutare la persona a vivere la propria sessualità in modo più libero e soddisfacente, senza che il feticismo diventi un vincolo o una fonte di disagio.

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