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Sadismo

Immagine del redattore: Dott.ssa Camilla PersicoDott.ssa Camilla Persico

Un comportamento sessuale caratterizzato da sadismo rappresenta una pratica che si verifica tra adulti consenzienti, generalmente con limiti ben definiti, senza conseguenze dannose e senza soddisfare i criteri diagnostici per un disturbo parafilico espressi nel DSM.

La sua evoluzione in una manifestazione patologica e coercitiva dipende dal grado di espressione.


Il sadismo, infatti, consiste nel provocare sofferenze fisiche o psicologiche, come umiliazione o paura, con lo scopo di stimolare l’eccitazione sessuale e raggiungere l’orgasmo.


Sadismo: di cosa si tratta, con la Psicologa Camilla Persico
Sadismo: di cosa si tratta, con la Psicologa Camilla Persico

Il disturbo da sadismo sessuale

Quando il sadismo sessuale si traduce in azioni, fantasie o impulsi che determinano un forte disagio, una significativa compromissione comportamentale o danni a terzi, si configura come disturbo da sadismo sessuale.

In particolare, per poter formulare questa diagnosi, è essenziale che il comportamento sadico venga esercitato su una persona che non ha dato il proprio consenso.

Inoltre, è importante precisare se il disturbo si manifesta in un ambiente controllato, ossia in contesti istituzionali o altri ambienti che limitano la possibilità di mettere in atto tali comportamenti, e se si trova in fase di remissione, ovvero se per almeno cinque anni, al di fuori di un ambiente controllato, l’individuo non ha agito su una persona non consenziente e non ha riportato disagi o compromissioni rilevanti nella sfera sociale, lavorativa o in altri ambiti significativi della vita.


Il DSM-5 distingue chiaramente tra le pratiche di BDSM, che si svolgono in un contesto consenziente, e il disturbo parafilico, che si caratterizza per:

  • Una stimolazione sessuale persistente per almeno sei mesi derivante dall’infliggere sofferenza fisica o psicologica ad altri individui;

  • Uno stato emotivo e psicologico egodistonico, che genera disagio clinicamente significativo e interferisce con la vita sociale, lavorativa e familiare dell’individuo.



Il piacere attraverso il dominio e la sottomissione

Nel disturbo da sadismo sessuale, il piacere non deriva solo dall’infliggere dolore fisico o umiliazione psicologica, ma soprattutto dalla sensazione di dominio assoluto sulla vittima.

Il potere, in questo contesto, non è solo un mezzo per ottenere eccitazione sessuale, ma diventa il fulcro dell’intera esperienza.

La vittima viene privata di autonomia, costretta alla sottomissione, e la sua sofferenza non è solo un effetto collaterale, ma un elemento essenziale per il piacere del carnefice.



Origini del rapporto con il potere nel sadismo sessuale

Per comprendere il bisogno patologico di controllo e dominanza, è utile analizzare i fattori psicologici e traumatici che possono aver contribuito allo sviluppo di questa dinamica.

Le ricerche suggeriscono che molti individui con disturbo da sadismo sessuale presentano un passato segnato da esperienze traumatiche, in particolare nel contesto familiare e relazionale.

Alcuni dei fattori più comuni includono:


  1. Mancanza di controllo nell’infanzia

Molti soggetti con tendenze sadiche hanno vissuto un’infanzia caratterizzata da un forte senso di impotenza, che può derivare da abusi fisici, sessuali o psicologici, in cui il bambino era vittima di un’autorità opprimente e punitiva.

Essere stati costretti a subire umiliazioni, punizioni ingiuste o violenze può aver generato un senso di frustrazione e rabbia repressa, che da adulti si trasforma in un bisogno di invertire i ruoli e diventare loro stessi i dominatori


  1. Modelli di attaccamento disturbati

Crescere in un ambiente familiare freddo o imprevedibile, con figure genitoriali incoerenti (talvolta affettuose, talvolta crudeli), può generare confusione nel bambino, spingendolo a sviluppare meccanismi di controllo per sentirsi al sicuro.

L'assenza di empatia da parte dei caregiver e la mancanza di risposte adeguate ai bisogni emotivi possono portare a una progressiva disconnessione dalle emozioni altrui, facilitando la capacità di infliggere dolore senza rimorsi.


  1. Desiderio di riscatto e rivalsa

Alcuni individui sviluppano fantasie sadiche come una forma di compensazione per un passato in cui si sono sentiti umiliati, ignorati o deboli. Il piacere nel dominare una vittima può essere visto come un riscatto simbolico, un modo per "vendicarsi" di un passato di sofferenza e sottomissione.

In alcuni casi, il sadismo è una proiezione del proprio dolore: l’aggressore ripete sugli altri ciò che ha subito, ma in una posizione di potere, capovolgendo il ruolo di vittima.


  1. Disturbi della personalità e tratti antisociali

Il disturbo da sadismo sessuale è spesso associato a caratteristiche di personalità antisociale e narcisistica. L’assenza di empatia, il senso di grandiosità e il disprezzo per il dolore altrui sono elementi chiave che permettono al soggetto di esercitare violenza senza provare rimorsi.

La ricerca ha evidenziato che il sadismo sessuale è particolarmente presente in individui con storie di condotte aggressive e criminali, in cui il piacere nel far soffrire gli altri diventa parte integrante del loro comportamento.



Manifestazioni del bisogno di potere nel sadismo sessuale

Il desiderio di controllo e dominio può emergere in diversi modi:

  • Controllo totale della scena sessuale: il soggetto sadico impone le regole, decide i tempi e stabilisce i limiti (spesso inesistenti per la vittima).

  • Umiliazione verbale e psicologica: le parole usate servono a sminuire, degradare e rendere la vittima ancora più vulnerabile e sottomessa.

  • Limitazione della libertà della vittima: la persona dominata può essere costretta a movimenti specifici, legata o privata della capacità di reagire.

  • Stimolazione attraverso il terrore: la paura della vittima è una componente essenziale per il piacere del sadico, che si nutre della sua vulnerabilità.



Le diverse tipologie di sadismo

Si distinguono diverse tipologie di sadismo: criminale, perverso e nevrotico.

Numerose ricerche hanno evidenziato come il comportamento sadico sia particolarmente presente nell’ambito criminale e della psichiatria forense.

Se praticato su partner non consenzienti, il sadismo sessuale assume una valenza criminale e tende a perdurare fino a quando l’autore degli atti non viene fermato dalle autorità. Tuttavia, non è sinonimo di abuso sessuale, ma piuttosto rappresenta una dinamica complessa che intreccia sessualità e dominio sulla vittima.


Altre indagini hanno analizzato le possibili cause del disturbo sadico coercitivo e i fattori che vi concorrono, dimostrando che il legame tra sadismo e coercizione sessuale non può essere attribuito unicamente a fattori genetici o ambientali. Inoltre, è stata evidenziata una correlazione significativa tra il disturbo sadico sessuale, il disturbo antisociale di personalità e il disturbo della condotta.


Dagli studi emerge l’importanza di identificare indicatori comportamentali utili alla valutazione del sadismo sessuale in ambito forense, per poter prevedere eventuali comportamenti criminali di questo tipo. Tali valutazioni si basano su strumenti come la Sexual Sadism Scale (Yoon et al., 2019) e il Massachusetts Treatment Center (MTC; Longpré et al., 2019). Quest’ultimo metodo ha esaminato dati archivistici di 486 autori di reati sessuali maschili adulti, valutati tra il 1959 e il 1984 all’interno di un’istituzione correttiva nel Massachusetts, analizzando diversi aspetti del comportamento criminale.

Gli indicatori raccolti suggeriscono che il sadismo sessuale non si riduce a una semplice categorizzazione diagnostica, ma si sviluppa lungo un continuum con varie sfaccettature.



Approccio terapeutico

Un possibile approccio terapeutico è quello cognitivo-comportamentale, il quale si concentra sulla ristrutturazione dei pensieri distorti legati a questi comportamenti, aiutando il paziente a riconoscere le proprie distorsioni cognitive e correggerle attraverso interventi educativi e informazioni adeguate.

Questo tipo di intervento mira a sviluppare una maggiore empatia.

La terapia si propone di rafforzare l’autostima, migliorare la capacità empatica e favorire modalità più sane di vivere la sessualità, la solitudine e i legami affettivi.

L’obiettivo è anche la prevenzione delle ricadute, aiutando il paziente a integrare una sessualità più funzionale e a superare eventuali sensi di colpa legati al BDSM.

Il trattamento psicologico non punta a eliminare del tutto la parafilia, dato che queste non possono essere del tutto cancellate, ma a rielaborare le relazioni oggettuali, migliorare il funzionamento dell’Io e integrare il comportamento deviante con il resto della personalità.

In alcuni casi, il percorso terapeutico può essere affiancato dall’uso di farmaci psicotropi serotoninergici o antiandrogeni, utili per ridurre i livelli di testosterone nei pazienti con tendenze sadiche patologiche.


Per concludere, è possibile affermare che Il sadismo sessuale patologico è molto più di una semplice ricerca del piacere attraverso il dolore: è una manifestazione di un profondo bisogno di potere, spesso radicato in esperienze traumatiche o in una struttura di personalità disturbata.

Il desiderio di dominio e controllo non è solo un tratto secondario, ma l’essenza stessa della dinamica sadica, che trasforma l’atto sessuale in una perversa espressione di potere sulla vittima.

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© Coryright 2024 Camilla Persico | Psicologa Clinica, Neuropsicologa, Pedagogista a Carrara | P.IVA: 01440390456 

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